L’arte oratoria in Italia

di limbranauta

La politica italiana ha raggiunto cime di raffinatezza un tempo ritenute inarrivabili.
I principi ed i significati sottesi a gran parte delle dichiarazioni rilasciate dai nostri parlamentari, una volta sfrondate da avverbi e orpelli, sono riassumibili come segue:
– specchietto mille volte più di te
– chi lo dice da di esserlo
– specchio riflesso buttati nel cesso
– batti le mani schiocca le dita ho ragione per tutta la vita
– chi va con lo zoppo ha la moglie ubriaca
– nicca nicca chi ruba s’impicca
– eeeeh beh d’altronde
– anghingò tre civette sul comò (ma questo solo in caso di decisioni fondamentali)
– un due tre asino sei te ( al limite dell’incidente diplomatico di solito tra economisti o parlamentari europei) cui di solito segue “specchietto riflesso”come già detto
o più comunemente “chi lo dice etc”.
A volte ci scappa il morto.
– “cicca cicca”, che di solito denota la posizione dominante del neo eletto che si burla in modo edonistico dell’avversario, il quale normalmente invoca la convenzione di Ginevra a casaccio.
– niente male faccia di maiale o la più gergale fatto niente faccia di serpente, stanno ad indicare il grado di resilienza dell’opposizione politica di fronte alle avversità elettorali con velata minaccia di vendetta.
Da notare come tutti siano “sereni” sempre e comunque anche di fronte alla forca anzi soprattutto.

(D&G)