LIMBRANAUTA

Il Funerale della Letteratura!

Mese: gennaio, 2020

piccola Auschwitz

solo la pelle
e il filo spinato delle ossa
a raccontare il confine
tra l’essere e il soccombere
sgranando i giorni
come perle del rosario
invento il mondo
rinchiuso
nella mia piccola Auschwitz.

(D)

Momenti

come quando
fuori piove
e tira vento
panni stesi garriscono
madri s’affannano
e pensieri s’attorcigliano
momenti spettinati
scomposti nel quadro
ritratti di memoria
e l’eco sfinita
di lei che mi implora
ti a tol sta asciugatrice
o vusto che tasbora?

(D)

Mercedes AMG G Class v8

I giostrari hanno rovinato anche l’ultimo baluardo del fuoristrada. Insomma. È l’ultimo vero fuoristrada. Questa rovina il mito. Roba da caparozzolanti arricchiti che girano solo in città. Il migliore in assoluto, na bomba tomica, un trasporto truppe per chi sa fare outing. Devi guidarlo con sei catenoni di platano al collo sennò non parte. Prima controllano se sei iscritto all’albo dei giostrai pluriomicidi poi te lo possono vendere.
Roba da indemoniati degli autoscontri.
Però, però… per andare in Croazia co la roulette quello è sprecato: l’abbiamo usato qui a Venezia per disincagliare la Costa Sbriciolata dal monumento alla partigiana. Il merdeces da camel trophy in tangenziale? roba da zampognari dell’alta finanza. E poi dove casso vai a 350 all’ora, scusate, allora, nella giungla di Tessera col amg turbointelcule? Alla Gazzera in 3 secondi parsec? È ridicolo quel mercedes. E’ roba per gente che ha il pippetto di due millimetri. La cilindrata recupera il gap. Duecentocinpianta milaeuro per il cassellotto da traino del milan… ma molti vivono nella cuccia col cane pur di averla! Mangiano il Ciappi per quindici anni poi coi risparmi la comprano, oppure uccidono la nonna. E il cane ha una Maserati e vive nella tana dei topi. I topi hanno uno Shuttle personalizzato, e vivono nella cultura batterica. I batteri hanno un X!%. (aereo trisonico), e vivono dentro a un mio orecchio. Mah, non capisco questa frenesia della velocità. E’ roba fetish, in effetti. Rosso e nero, calze a rete, rete… rete… GOOOOOLLLLL MIMMORTI!!!!
Un mio amico la tiene in camera da letto, di notte le parla. Lei risponde coi gas di scarico. Lui è morto, in effetti.

Limbranauta intervista Yoko Ono

L: allora la sua è pura arte concettuale, quella che se non sai fare niente è ancora meglio? quella che nessuno la capisce perché in realtà non c’è un (piiii) da capire? E allora che bisogno c’è di urlare in quel modo, non vede che spaventa i cani? Non le fanno pena i suoi musicisti? Guardi il batterista, sì quello col casco da astronauta col latte alle orecchie, e quell’altr…
Y.O.: YHOUHghuLJuug! yodle yodle yodle mnmhuuhruhurunioiilliloliohhh… (Yoko fa la verticale per normalizzare i chakra e geolocalizzare il centro di Pozzuoli).
L.: MA COSA fa, torni in gabbia – e le tira degli umeboshi col Tavor – si concentri cerchi di rispondere…e si rivesta che ho appena mangiato! MA!!!?!?! MA cosa fa è impazzita…?!?? NO! ferma…..
Y.O.: fFFfffsSSSShHHH, mmuohouloulouluohluohlhrlglrlgk yodle yodle yodle ffssshhhhh (l’artista alza la gamba e si libera del suo io interiore sulla scarpa dell’intervistatore).
L.: Ma sulla gamba noooo, pussa via brutta bertuccia! (cerca di sopprimerla lanciandole contro il Marshall da 800W). A cuccia serva del demonio, e parla zioèh!
Y.O.: lo shock intelpletativo turavalica il senso del messaggio spalancando la perucezione della ghianudola pituitaria alla quinta dimensione emotiva liberanudo la massa dalla schiavitù della realtà imposta dalle lobby del pennsiero prismatico.
L.: Orcoboio e io che pensavo che almeno con la musica non si potesse imbrogliare… ma allora… mmuohouloulouluohluohlhrlglrlgk yodle yodle yodle mnmhuuhruhurunioiilliloliohhh anch’io! – e SSBONK!!! Ci tira una testata a Yoko perché va ben tutto, ma Doko Yono, no!

(D)

Grandi film 1 – Rochi

Il primo è un capolavoro assoluto, non ho mai capito come abbia potuto tirarlo fuori quel rintronato di Stanlione, secondo me l’ha fatto scrivere a uno studente e gli ha pagato un big one cheese. La storia in sè è semplice: anche lui è un rintronato, è fritto proprio, un pezzo di asbesto. Di sopra prende anche un fracasso di pugni però si innamora e diventa meglio di tutti. Ciononostante il film non è stupido come tutti gli altri dopo. Lui è più di bronzo della statua di Rochi, certo; è un portellone del Mose. Lui è secsi come un plinto, lei sembra un sanpiero impanato. Duttile come un traliccio, lui ha la stessa gamma espressiva di un pioppo e la gestualità di un parafango, l’emotività di una giacca di pelle, la capacità di empatia di un idrante. È flessibile come una dichiarazione di guerra. Però il film è un capolavoro assoluto.
È la profonda superficialità del protagonista a dare spessore alla trama peraltro esile, nella quale si leggono in filigrana le strazianti perplessità di una mente semplice. La totale mancanza di attitudine alla recitazione di Silvestro è un potente veicolo del pathos filmico.
Ci piace soprattutto ricordare la scena con loro al pattinaggio su ghiaccio, e la Adriana che si muove come se avesse i pattini di stucco, o quando il fratello di Adriana lancia il tacchino arrosto in giardino. Vertice, questa, di un surrealismo simbolista che pure permea ogni sequenza. Oppure quando, al negozio di animali, il cane Billo decide di aiutarlo andando ad abitare da lui.
Punto di forza sono i dialoghi sfrondati da ogni orpello linguistico, potenti nella loro cruda veracità fino all’autoironia, come nel dialogo tra Rochi e il vecchio allenatore: ”Sono stato bravo, e tu dovevi vedermi. E tu – rivolgendosi a un altro – tu dovevi vedermi anche tu”, o il tranciante ma affettuoso “vaffanculo Rochi sei un rompicoglioni” della ragazzina sboccata, in risposta alla paternale maldestra del Rochi Pigmalione. Punte espressive queste che portano lo spettatore ad un’indagine interiore tormentata e all’approfondimento dei cuba libre senza ghiaccio.
È solo grazie alla sua potente mancanza di interpretazione se questo è un capolavoro, se avesse saputo recitare avrebbe di certo appiattrritt…. appiatptt… ha vinto l’oscar come miglior attore non protagonista.

A guera

nun se po’ di’
‘un semo normali
ce scannamo ppe’ gnente
proprio come maiali
famo piazza pulita
der nuovo e der vecchio
nun sapendo perché
e bbonanotte ar secchio
c’avemo de tutto
bisogno de niente
paesi ricchissimi
de povera gente
ma er monno nun ce abbasta
volemo le stelle
e nun sapenno cazzo fa’
bombardamo pure quelle
l’omo è piccolo
e pure un po’ maniaco
sogna d’esse er dio suo
bombardando lo zodiaco
à da esse legge cosmica
che nun se riesca a sta’ bboni
ce agitemo su sta palla
come fussimo elettroni
è mmio, è ttuo
c’ho raggione e c’ho ttorto
alla fine se sà
vince quello ch’è mmorto
sette mijardi, famo otto vallà
su sta biglia a ffá danni
più dellà che deqquà
cosi famo da mijoni de anni
na guera tra insetti e minotauri
cchèttedevodì
next stop, Proxima Centauri

(D+G)