LIMBRANAUTA

Il Funerale della Letteratura!

Mese: aprile, 2021

Vogando attraverso
le nere correnti dell’ io
trovo un calco perfetto
l’ordito dei miei desideri
e lampi di fiori tristi
come frutti troppo maturi.
Tutto è scritto
tutto è già stato detto
e non ci sono segreti
nelle nostre mani di sasso.
Mi offri uno sguardo
e le rughe profonde dietro i tuoi occhi
dove annegano gli uomini
ma il crepaccio più buio di me
è una preghiera pagana
e sono lampi di fiori tristi,
lampi di fiori tristi
sulla faccia delle cose semplici.
Ti amo, ora che è tutto sparito
ti amo e ti tengo per me.
Per sempre mia,
mia più di quanto lo sia
mai stato io di me stesso.

(D)

la storia raguttata

non me l’hai mai data

stupidina del Dolo

te la tieni stretta

come il numero del bancomat

ma tempus fugit irreparabile

e tu sei già vecchia come un mobile

(autore non lo mettiamo, mettiamo Limbranauta, circa 1990)

Vi suggerisco di guardare il TG
a volume zero con il secondo tempo dalla sinfonia il nuovo mondo di Dvorak ovviamente diretta da Celibidache. E tutto diventa epico e interessantissimo
Anche la tipa gobba che annuncia
Tutto diventa commovente
Anche la insulsa siepe
La musica
Spacca


BB

Avanti marsch! Popolo di polpete!
Ultima spiagia ultima bariera
Miragio del’uomo sfracasatto
ultimo desiderio insperatto
avanti marsch, in la mia strangozza
ne morirò sofocatto
ma qualcuno deve farlo
il cibo dei poveri è sacro
stanote la discarica sono io.

(D)

Insegnami a pregare,
non ne sono capace.
Almeno credo.
Sono rotto, questo è certo
e devo attraversare il deserto.
Senza cammello capisci
Senza riserve, senza cervello.
Insegnami tu a pregare,
per l’acqua e per l’ombra
perché il sole non bruci.
Questa faccenda del vivere
è troppo per chiunque
Inegnami almeno ad amare,
imparerò a pregare.

(D/G)

Noi e i nostri discorsi
mano nella mano
accompagnando il pomeriggio
al confine dell’imbrunire
assorbiamo il tempo
che macchia il nostro foglio

(D/g)

Cercati
Da qualche parte
ci siamo ancora, tu
cercami. Scavati. Scovami
troviamoci là
nel punto di fuga
dei nostri orizzonti
un po’ più a sinistra
dei tuoi ricordi.
Lì mi trovi sepolto
dalla memoria di altri uomini
e di tutte quelle donne
che non sei stata
capace di essere.

(D)

Un uomo, una donna
un mare aperto
un dattero del deserto
tutte queste persone in una sola
a piedi dal Pakistan
leggere come i papaveri
Resistenti come le abitudini
Lontane come plutone
vicine a me come gli angeli.

(D)