LIMBRANAUTA

Il Funerale della Letteratura!

Mese: aprile, 2020

Copy. James Bonk, Five.

“Ma come, dice l’istruttore di guida a James Bonk, lei si è comperato un bolide prima di avere la patente? Sì, dice James innestando la terza. Ha quattro anni. Non vede neanche fuori dalla macchina, preso com’è a pestare i freni e le frizioni. Praticamente il giovane James ha la testa all’altezza del cambio. Che macchina si è comperato? chiede l’istruttore. Una Aston Martin Weltanschauung. La guido in gestalt. Ah, dice l’istruttore. Ho un problema con il Super-io, dice l’istruttore. Anch’io, dice James, investendo una vecchia con un carrozzino. Ma ho risolto con la Meditazione Trascendentale. Ah, cos’è? chiede l’istruttore. Niente, praticamente dormi, risponde James. Ma come pagherà il pieno di benzina del bolide? Chiede l’istruttore. Mia madre fa le rapine, risponde James, sterzando in derapata dentro alla vetrina di un Take Away Pizza. Promosso, dice l’istruttore, che poi cerca di disincastrare James: è in mezzo ai pedali e gorgoglia. Una Aston Martin Weltanschauung, dice l’istruttore. Cazzo! Poi si comperano una quattro stagioni, che si rivela poco più di un freesbee. James è un po’ accartocciato, ma l’appetito non gli manca!

Copy. James Bonk, Four

“Spostiamoci in avanti nel tempo: la badante di Bonk viene fermata dalla polizia nella Aston Martin di James. James non la guida più perché ormai si dedica alle faccende casalinghe: dorme sul divano. Stava andando a 3400 Kmh le dice il poliziotto. Ah sì? chiede la badante. Chi l’avrebbe mai detto! Lei non è la proprietaria della macchina, le dice. No, risponde la donna. Il padrone è James, James Bonk. No! Dice il poliziotto, è il mio idolo! Ho visto tutti i suoi film! Anche “Le Baraccopoli di Calcutta”! La accompagno a casa così Mr Bonk mi fa un autografo. Apre Bonk in ciabatte. Sapevo che ti facevi arrestare, mezza scema, dice Bonk. Ti ho detto cento volte di non prendere i 3400 in centro. Mi fa un autografo, Mr Bonk? chiede il poliziotto con la lingua fuori. E Bonk dice: e ti sei anche fatta arrestare da uno sciroccato. Lo dice con la sicurezza e la calma di quando era una giovane spia.

Tittamurt Eliot, Log Leg, la gamba di legno, versi 4388 segg

Sottopentole, perché i parrocchiani
e i balconi spazzano?
Grossi tronchi dondolano
sotto il ponte di HIPHIPHURRA’.
Offriranno spritz a gratis
a tutti i vostri morti…

Da “The West End”, T. C. Elliot (Torna a Casa Elliott) vv. 434-468

Il fiume trasume piume e asfume.
Il barcume fa spume
perché la marume è cambiume.

Sottoventume, pieguma gli alberume pesume,
il barcume sguame.
Grome troncume passume su al pontume di Groome
arriverume prestume
all’Isolame del Canume

T.H.C.

Da “The Wast Land”, T. S. Eliot, vv. 434-468

Il fiume trasuda olio e asfalto.
I barconi si spostano
perché la marea è cambiata.

Sottovento, piegati dagli alberi pesanti,
i barconi sguazzano.
Grossi tronchi passano

sotto al ponte di Greenwhich,
arriveranno presto
all’Isola dei Cani.

James Bonk, Three

La madre di James accompagna il bambino a scuola, è il primo giorno. Bacia il bambino e riparte tamponando un taxi. Il tassista scende e James impara una decina di parolacce nuove, ma il tassista è molto agitato. Poi la madre di James gli tira una testata sul naso e il tassista si tranquillizza: crolla a terra. James è abituato a queste scene, sua madre è più al commissariato che a casa. Per questo James ha sviluppato un forte senso della giustizia. James entra nella porta sbagliata, quella vicina alla scuola. E’ una casa occupata da barboni. James si siede in entrata, pensa che uno che entra a scuola si deve sedere da qualche parte. Però, pensa James, dov’è la lavagna? Uno abbastanza sporco scende rotoloni dalla scala e James si alza in piedi: buongiorno maestro! L’uomo si rialza e dice: dove sono tutti gli altri? Io qui nel registro vedo una ventina di persone! (l’uomo sta sfogliando un vecchio giornale sportivo). Non ne ho idea, dice James, io però sono pronto! Allora cominciamo, dice l’uomo. Schiaccia il pulsante per accendere la luce. Sbok! La lampadina salta. L’uomo dice: scusatemi un momento poi sparisce sulla scala e torna con una bottiglia in mano. I liquidi sono incomprimibili, dice. O erano i gas?

James Bonk all’asilo era seduto in fondo, come poi farà per tutto il resto della vita. A Bonk piace guardare gli altri bambini che si ficcano le dita negli occhi e si prendono a pedate in pancia. La maestra legge un libro intitolato “Un Grande Amore a Broadway”, di Athanasia Wellington. Come mai James riesce già a leggere? Ha seguito un tutorial. Ecco, finalmente uno dei bambini urla e poi si mette a piangere: “Ha cercato di darmi fuoco!” grida indicando un compagno. La maestra alza gli occhi dal libro, dà un’occhiata e poi si rimette a leggere: è il primo bacio dei protagonisti, Chir Dugla & Jennifer Doppler, che poi faranno coppia nella vita reale, o in quella dei cartoni animati. James si nasconde dietro al suo piccolo tavolo d’asilo. Adesso la lite tra i bambini si è estesa: tutti le stanno dando al solito bullizzato. Ammappa, pensa James, che razza di sberle! Hanno provato anche con James, a bullizzarlo. Ma con lui non c’è gusto perché non fa nessuna espressione, è come picchiare uno spaventapasseri. Certo che James sa benissimo chi è il vero figlio di puttana, nel gruppo, quello che inizia con le liti. Sa anche chi è suo padre. In quei pochi anni che ha avuto a disposizione James si è specializzato nell’arte marziale Heng Kuo Ki, che si è inventato lui. Così un giorno aspetta il padre del figlio di puttana fuori casa. Si è messo un passamontagna che ha trovato alla discarica. Colpisce l’uomo con un Tak Tik Tak, che sono tre pugni sulle palle. Quando l’uomo è a terra ci salta sopra a due piedi. L’uomo urla dal dolore. E’ colpa sua se quel bambino è un orrendo figlio di puttana, pensa James. E’ colpa sua se suo figlio è quel pezzo di merda che è. James ammanetta l’uomo e lo lascia a terra, dolorante. Le manette le ha trovate alla discarica.

Penso potrebbe piacerti questa storia: ” Chiamami, se hai il blocco dello scrittore 1 ” di dudisilvestri su Wattpad https://my.w.tt/LI31Rbn215

James nasce in un posto centrale di New York. Talmente centrale che viene subito investito da una macchina. Ma la capacità di Bonk, quella di non morire mai, compare subito, appena dopo il suo primo vagito. New York è il centro del mondo. Da adesso in poi diremo “roger” quando le cose vanno bene, quando tutto segue il tracciato previsto. Roger era un poveraccio come tanti. La vita gli andava di merda. Roger, gli dicevano, fai quello che devi fare, e Roger lo faceva. Per questo “Roger” è diventato il modo di dire che tutto va bene, “Roger”. Lo usano gli aviatori, i macchinisti, la gente che deve dirti in maniera veloce che non ci sono problemi. “Roger”. La prima parola che impara James, James Bonk, è “Roger”. Perché James capisce fin da piccolo che non deve rompere l’anima, che deve arrangiarsi. Che deve sempre dire “Roger” anche quando sta morendo da qualche parte, annegato oppure fate voi. “Roger”. La madre di James è una donna molto normale, che prepara da mangiare. Suo padre invece mangia quello che prepara sua moglie, che, come abbiamo detto, è straordinariamente normale. James comincia a camminare nel tempo dovuto. Quando dice “Roger”, a sei mesi, il padre si preoccupa. Lo porta da un logopedista che è sotto barbiturici. Mio figlio ha detto “Roger”, dice il padre di James al logopedista. “Come?” chiede il logopedista. Il bambino, James, in braccio a suo padre, ripete scandendo: “Ro-ger”. Il logopedista guarda il bambino, che è già pettinato come si deve, con un uso veramente smodato di olio da macchina. Eppure, negli occhi del bambino si vede già questa tortuosità, questa serie di inghippi, di, non so come dire… James Bonk non sarà mai un bambino normale. Sarà sempre al di sotto della media, sempre al di sotto dei suoi compagni di scuola. Ma non perché sia stupido, no. Il fatto è che lui è James. James Bonk.

(limbra copy)

Mongolfiera
co quea sesta carica
de gente isterica
dime:
indove ti ndaressi
se de mi ti te liberassi
ti faressi un viagio
drio a un miragio
su in atmosfera
e mi, tre metri soto tera,
ti icaro, mi picaro,
ti tasi, no ti rispondi,
cussì ti me offendi
fiera mongolfiera,
roversa ti par na pera,
dove vastu
cossa fastu
ala fine de sta storia
co tuta la to boria
ti me vardi stando sitta
parchè ti xe piena, si,
ma piena de aria fritta.

(D)